CAA: partiamo dalla persona
Da qualche anno anche in Italia si parla di Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) e della sua notevole versatilità: nata come metodologia riabilitativa rivolta alle persone con deficit cognitivi o comunque esclusi dalla comunicazione verbale, si è venuta affermando come modalità comunicativa in grado di coinvolgere più attivamente le persone, rendendole autonome nonostante le proprie difficoltà. Da qui la doppia qualificazione: “aumentativa” e “alternativa”.
L’aggettivo “aumentativa” ci ricorda che la questione centrale non è sostituire il linguaggio verbale ma definire, a partire dalla persona che si ha davanti, la strategia comunicativa più efficace per favorire il potenziamento delle sue effettive competenze. Partire sempre dalla persona, dunque. L’aggettivo “alternativa”, invece, ci parla proprio di queste strategie che, per essere veramente efficaci, devono essere alternative, cioè diverse dal linguaggio parlato. L’importante è comunicare.
La questione centrale della CAA, infatti, resta la persona cui si rivolge e l’opportunità di creare con lui una comunicazione effettiva e coinvolgente: ecco perché l’approccio comunicativo deve essere multimodale e flessibile, nel senso che deve sapersi adattare alla persona, funzionalmente al suo bisogno di esprimersi (bisogni, speranze, idee) e di nutrire le proprie relazioni sociali, sia per brevi periodi che per esigenze di più lungo termine.
In questo contesto, i libri in simboli possono essere senz’altro uno tra gli ausili più efficaci: da sempre le immagini e i simboli rappresentano uno stimolo molto accattivante, che ci permettono di elaborare i fatti del mondo e di esprimere contenuti (anche emozionali) difficili da trasmettere verbalmente. Il simbolo diventa allora un supporto “alternativo” che accompagna, agevola o sostituisce – a seconda dei casi e senza alcuna perdita informativa – lo stimolo verbale, rendendo possibile lo scambio relazionale, lo “stare insieme” nella stessa esperienza.
Nel caso dei bambini, il ricorso ai simboli permette una maggiore consapevolezza non solo di sé stessi e dei propri bisogni, ma anche della possibilità di interagire con lo spazio esterno, con gradi sempre maggiori di autonomia, anche in chiave decisionale. L’intervento della CAA, dunque, merita di non essere confinato alle poche ore di riabilitazione settimanali (in questo caso si tratterebbe soltanto di riabilitazione clinica), ma di esprimersi e toccare i vari ambiti della quotidianità.
Per approfondire:
Il video “I libri in simboli” di Livia Capponi, sul nostro canale youtube 🡪 https://www.youtube.com/watch?v=Y50wUrxjm-Y
Che cos’è la CAA? | Maria Antonella Costantino (Centro Studi Erickson) 🡪 https://www.youtube.com/watch?v=MV5X0iNvUF4
Un estratto dal libro “Costruire libri e storie con la CAA” di Maria Antonella Costantino
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