Fare poesia con i libri tattili
Si può fare poesia con i libri tattili?
Avete mai avuto tra le mani un libro tattile di poesia?
Cioè, non un libro tattile che parlasse di poesie, no no…intendiamo proprio un libro tattile che proponesse un testo poetico!
Ammettiamolo: non è facile rendere un’espressione poetica attraverso i registri espressivi che caratterizzano l’editoria tattile. A pensarci bene sembra quasi una contraddizione in termini: la poesia sa essere evocativa, lirica, sottile ma, allo stesso tempo, audace, potente, sconfinata.
Come riuscire a rendere queste caratteristiche attraverso la fisicità, la concretezza, la materialità della sensazione tattile?
Leggendo gli interessanti articoli presenti sul sito della Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro-Ciechi, – che sarà ospite della nostra Rassegna l’11 maggio – per una buona “lettura” di un libro tattile occorrono materiali e consistenze diversi, perché l’informazione per essere rilevata dai nostri polpastrelli deve esprimersi per contrasto, attraverso uno stacco deciso tra il liscio e il ruvido, una forma e un’altra, un rilievo e un buco. Ci sono materiali che rispetto ad altri esprimono meglio la terra, la strada, oppure il vento, la pioggia, la nuvola… Un libro tattile però deve raccontare non solo una storia, ma anche le emozioni che essa è in grado di suscitare: e allora, ci saranno materiali più ‘rumorosi’, più ‘tristi’, più ‘rancorosi’, più ‘effervescenti’, e così via…
Sì, ma la poesia?
Come si fa a realizzare un libro tattile di poesia?
Laura Anfuso e Marcella Basso hanno provato a lanciare il cuore oltre l’ostacolo, realizzando “Nodi”, un libro tattile veramente straordinario, dove i versi leggiadri di Laura si sono vestiti delle splendide stoffe di Marcella, in un risultato finale che è, di per sé, pura poesia!
Un libro che parla di mare, di pesci, di reti che imbrigliano e della capacità di liberarsene: un libro che può essere letto a più livelli e, finalmente, da chiunque.